domenica 13 febbraio 2011

Ol ior beis ar bilong tu as

Non poteva mancare:


Com'è noto, la gustosissima intro appartiene alla versione (malamente) tradotta di Zero Wing per Mega Drive (1991). Meno conosciuto è invece il gioco in sé, conversione di uno shmup arcade della Toaplan originariamente pubblicato da Taito nel 1989. Scrolling orizzontale, sistema di power-up basato su tre armi differenti (compresi missili a ricerca), possibilità di catturare le navette avversarie per usarle come scudo o arma. Nella mente scatta subito l'ovvio confronto con R-Type, ma le differenze non sono poche. 

Ecco il primo livello del gioco (la qualità è bassa, ma è uno dei video più veloci da caricare):


I power-up delle armi si sviluppano come due pod sopra e sotto la navicella, scelta che può creare un po' di confusione nelle fasi di gioco più concitate, perché si rischia di evitare i proiettili con le armi supplementari esterne e non con la navicella. La cattura di un avversario non è un'opzione sfruttata a fondo nel gioco: come arma è abbastanza inutile, come scudo resiste a un solo colpo o urto e buona parte di ciò che vola sullo schermo non può essere catturato (non c'entrano solo le dimensioni, l'unica è provare e, nel caso non sia possibile la cattura, rischiare una vita) o appesantisce la navetta. Niente smart bomb. Ogni tanto è possibile trovare al posto dei power-up una bomba abbastanza limitata e difficile da utilizzare, perché subisce i colpi avversari e gli urti con l'ambiente circostante. Nonostante questi difetti, il gioco è decisamente gradevole, la grafica e il sonoro sono di qualità, i livelli sono molti, guarniti da boss e midboss. La difficoltà è ragguardevole e il gioco può risultare frustrante. La versione arcade presenta una difficoltà più elevata e una grafica migliore, ma la conversione per Mega Drive non è niente male, a conti fatti.

Insomma, non si tratta assolutamente di un vero e proprio giocobrutto. Solo la pessima traduzione giustifica la sua presenza in questo tempio della digestione corrotta. Vogliamo ricordarlo così:


Involontaria autoironia:



A dire il vero, direi di no!


For great Babel Fish!

P.S. (per un paio di conoscenti): uno dei livelli si chiama Bellon. Gloooooooria!

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